domenica 22 novembre 2009

Art. 1 Cost. - Una Repubblica fondata sul lavoro

L’altro giorno, mentre mi recavo al lavoro, assorto dalla lettura e dai mille pensieri che affollano la mia mente la mattina, quasi d’un colpo, inaspettatamente, sono stato attratto dal paesaggio che, dal finestrino del treno, si presentava ai miei occhi con semplicità, ma allo stesso tempo ricco e meraviglioso. Purtroppo, spesso lo dimentichiamo, dando tutto per scontato. Ecco questo è quello che accade un pò con la nostra Costituzione, un patrimonio inestimabile, frutto del sacrificio di molte vite prima e del lavoro di molti uomini all’indomani della fine del secondo conflitto, e che è a nostra disposizione, patrimonio di tutti. Quanti, però, distratti da mille cose, da tanti differenti temi, che affollano e attraggono maggiormente la nostra attenzione all’interno del quadro politico attuale, si soffermano ancora a riscoprirla. Eppure ogni aspetto su cui si fonda il nostro vivere sociale è li racchiuso e nonostante questo, non paghi, andiamo a ricercare altrove. Il corso proposto dalle Acli funzione formazione della provincia di Gorizia si è soffermato nell’incontro di giovedì 22 ottobre proprio sulla riscoperta della Costituzione e dei suoi valori. La ricca ed esaustiva esposizione della prof.ssa Burba ci ha permesso di rivedere i tratti salienti dell’architettura Costituzionale e i principi base su cui la stessa si incardina.
Pur avendo a disposizione uno strumento cosi completo, sembriamo quasi non conoscerne la natura e gli scopi, quando addirittura l’esistenza.
Allo stato riscontro, con amarezza, un’assenza di patriottismo della costituzione, che è cosa diversa e da non confondere con il patriottismo nazionale.
La nostra Costituzione, infatti, viene sempre più spesso usata e sbeffeggiata e diviene luogo di contrapposizioni e di conflitti politici, strumento di divisioni insomma e non di unità.
Essa, invece, lungi dall’essere interpretata quale mito ideologizzato da una parte a suo uso e consumo, va vista come pietra angolare di tutta la legalità, quale legge superiore che detta i principi ed i valori cardine del nostro Stato e in cui quest’ultimo trova le sue radici più profonde e su cui si basa l’unità nazionale.
uesto non vuol dire ovviamente, come è emerso anche nel corsoqQuesto non vuol dire ovviamente, come è emerso anche nel corso dell’incontro di giovedì sera, che si debba diventare difensori dello status quo, che non vi sia l’esigenza di rivedere alcune parti per attualizzarle.
Lo stesso Dossetti nel 1995 aveva in mente un quadro di riforme da attuarsi, quali il superamento del bicameralismo perfetto, il presidenzialismo, un primo ministro eletto dalla Camera, la possibilità della sfiducia costruttiva e soprattutto l’incompatibilità tra la carica di PrimoMinistro e quella parlamentare, ai fini di una netta distinzione tra i poteri esecutivo e legislativo.
La centralità del ruolo dell’individuo, il rispetto della dignità umana ed il concetto di solidarietà a cui educare le persone, sono capisaldi della nostra costituzione, valori imprescindibili.
Il primato della persona trova quindi, nell’architettura della nostra Carta Costituzionale, posizione preminente e deriva direttamente dal personalismo e comunitarismo di Mounier e dall’umanesimo di Mariten, che costituivano, specie per uomini come Dossetti, il retroterra di pensiero da cui furono ricavati corollari di precetti costituzionali, e hanno lasciato una forte impronta della cultura cattolica.
In un’attenta ed approfondita analisi si scorge un forte senso di libertà e responsabilità nella capacità di guardare gli eventi dal basso, dalla prospettiva dei più deboli, al fine di rispondere alle esigenze della vita in tutte le sue dimensioni.
La centralità della persona e la necessità di guardare i fatti nella loro realtà oggettiva, alla luce della fede, per personaggi come Dossetti, e con criteri etici indicati dal magistero della Chiesa, quindi la comprensione della storia e delle sue evoluzioni, devono, ancora oggi, essere riflessione per gli uomini di buona volontà per un impegno politico concreto, coerente e responsabile.
Eddy Manzan